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Il morso della serpe
Limiti, errori e deviazioni nell'opera di Julius Evola

Copertina del libro
€ 16,00
Versione stampata

Questo scritto di L.M.A. Viola si inserisce nel quadro di un’opera molto più ampia, volta ad orientare l’uomo alla spiritualità tradizionale, ovvero verso le tradizioni spirituali autentiche e regolari. Oggi è sempre più necessario esaminare tutti i vari fenomeni legati al neospiritualismo, al neopaganesimo e al tradizionalismo in generale, in quanto forme che deviano da un reale percorso spirituale tradizionale, fomentano illusioni e allontanano vieppiù dalla vie che possono dirsi effettivamente religiose. Questo scritto si concentra sul tradizionalismo extratradizionale e in particolare su una sua variante estrema, ossia sul tradizionalismo di stampo evoliano. Ogni esame condotto è svolto a partire dalla prospettiva sacrale delle diverse tradizioni spirituali, dal loro interno e non concede nulla al punto di vista profano, estraneo al contesto operativo delle tradizioni stesse. L’A. non ha alcun intento polemico né alcun fine particolaristico e personale, ma, riportando la condotta esistenziale di Evola, trae da essa lo spunto per fare discorsi validi per tutte le situazioni analoghe. A partire dagli stessi scritti evoliani l’A. mette in luce i molteplici errori, i limiti, i discostamenti, le deviazioni e persino le sovversioni dell’operato di Evola, rispetto ad un’opera che voglia essere perfettamente in accordo con le autentiche tradizioni spirituali. Il punto centrale è proprio questo: Evola ha proposto una sua ricerca dell’iniziazione, iniziazione nella quale, secondo Evola, risiede l’essenza della tradizione. Seguendo la sua stessa logica un difetto nella pratica dell’iniziazione produce un’invalidità in tutto il resto dell’azione “tradizionale” svolta. Non è difficile seguire il filo delle sue affermazioni e rendersi conto del fatto che, negli scritti e nelle pratiche che Evola ha voluto trasmettere, si trova proprio quel “difetto” che invalida l’intera sua opera. Tutto ciò apre inoltre a quelli che l’A., così come altri studiosi di diverse estrazioni, mette in luce come “pericoli e danni”, in quanto Evola, fino al termine della sua vita, ha portato avanti “un’azione di fatto estranea alle tradizioni spirituali regolari, invitando tante persone a seguirlo nei suoi disorientamenti, esponendole alle conseguenze che le sue indicazioni comportano”. Il libro di Viola è fondamentale, in quanto l’esame che viene svolto riguarda tutto l’ambiente del tradizionalismo, senza escludere la valutazione dell’opera di René Guénon, per cui si evince la necessità di andare oltre l’azione svolta da due personalità, che pur si collocano, e l’A. non cessa mai di sottolinearlo, su due piani assai differenti. La cosa più importante è che si possa accedere alle tradizioni spirituali effettive in modo corretto, che si possa compiere una via realizzativa regolare, “senza preconcetti e filtri distorcenti, che alterano, secondo l’una o l’altra concezione, l’assunzione dello spirito proprio di una data religione 1 , accordandosi alle sue autorità e non seguendo le fantasie individuali dei vari tradizionalisti”.

F.to 15×21, pp. 176, Brossura