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Il Pane, la Vita e la Conoscenza

Copertina del libro
€ 29,00
Versione stampata

“Il Pane, la Vita e la Conoscenza” è l’ultimo testo di Vittoria Luisa Guidetti che riprende (in parte) il bellissimo libro “La Didaché”, ormai esaurito da alcuni anni. Si tratta di una ricerca filologica assai raffinata sul senso e sulla nascita delle preghiere relative alla celebrazione cristiana della Messa, frasi intorno alle quali ruota tutta la religiosità cristiana e la struttura stessa della liturgia. La ricerca operata dalla Guidetti porta a pensare che i pasti “sacralizzati” ai quali partecipò il Cristo siano stati molti e antecedenti quella “Ultima Cena” che il Cristianesimo conosce e che essi fossero stati consumati in un edificio della comunità Essena di Gerusalemme, il luogo che ora è venerato come “Cenacolo” e dove si trova la presunta tomba di David. Nel testo vengono messe in luce le moltissime concordanze fra la cena Giudaica ed Essena e quella Cristiana: ad un certo punto, le due liturgie hanno iniziato a divergere fortemente, al punto che è probabile che quella cristiana fosse celebrata a “porte chiuse” per non creare problemi con la comunità giudaica. Fu sicuramente l’Apostolo Paolo ad istituzionalizzare il rito e a far sì che le confraternite protocristiane prendessero atto della messianicità di Gesù. Assai importante dal punto di vista storico e metastorico l’analisi della figura di Melchisedec quale misterioso istitutore di una cena eucaristica archetipica e parallela a quella cristica. Questo testo risulta significativo non solo dal punto di vista religioso, in quanto mette in evidenza come il rito della Messa costituisca l’atto più importante della religiosità cristiana, ma diventa straordinario per analizzare come attraverso una riunione fra commensali venga riscoperta la sapienza arcaica del pane e del vino che, da tempi immemorabili, accompagnano il cammino dell’uomo orante, il quale dall’alimentazione spirituale con il pane substantialis passa attraverso la morte per risorgere a nuova vita.

F.to 17x24, Brossura, pp. 326