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Didascalia(e) di architettura Dal morfema alla teoria di stringa

Copertina del libro
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Alla domanda di cosa si debba intendere per ‘stringa architettonica', penso di poter ancora rispondere: «una porzione minima di architettura (morfema architettonico), dotata di tettonicità abitabilità e accessibilità, avente valore grammaticale e, perciò, capace – a partire da un numero limitato di elementi – di produrre, attraverso ‘regole di trasformazione', un numero infinito di stringhe-altre (stringhe architettoniche-altre, architetture-altre) ». (Luigi Calcagnile) Allo stesso modo, alla domanda di cosa si debba intendere per ‘stringa urbana', credo di poter rispondere: «una porzione minima di commesso fisico-spaziale (‘morfema urbano'), dotata di tettonicità abitabilità e accessibilità, avente valore grammaticale e, perciò, capace – a partire da un numero limitato di stringhe architettoniche – di produrre, attraverso ‘regole di trasformazione', un numero infinito di stringhe-altre (stringhe urbane-altre, commessi urbani-altri)». (Luigi Calcagnile)

F.to 14 x 24 cm, Brossura filo refe, pp. 256, Ill. B/N