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IL PANTHEON DI AGRIPPA - Collezione archeologica 11

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A partire dalla fine del XIX secolo, quando George Chédanne stabilì senza alcuna ombra di dubbio che il Pantheon fosse databile in base alle murature e ai bolli di mattone ad età adrianea (malgrado si reputi ormai che i lavori siano iniziati durante il principato di Traiano), si è aperta una polemica, talora assai aspra, sull’impianto e sull’orientamento del primitivo Pantheon, realizzato nel 27 o nel 25 a.C. I sondaggi eseguiti nel 1996/97 davanti alla facciata del Pantheon hanno condotto alla definitiva conclusione che l’edificio di età augustea fosse rivolto a nord e che avesse una facciata di misura simile a quella dell’edificio adrianeo. A questo punto, si può meglio impostare il discorso sul rapporto tra il Pantheon, il mausoleo di Augusto, l’obelisco/meridiana che il principe fece erigere nel 10 a.C. nel Campo Marzio settentrionale dedicandolo al Sol, e l’ara Pacis. È verosimile che i quattro monumenti siano partecipi di un medesimo programma teso a prefigurare la futura divinizzazione di Augusto. Per tale motivo, la sede che avrebbe accolto le sue spoglie mortali e il tempio dove sarebbe stato venerato come divus insieme con i principali dei dell’Olimpo e con mortali divinizzati in virtù delle loro azioni (Romolo/Quirino; Giulio Cesare) erano stati collocati lungo il medesimo asse. L’obelisco e l’ara Pacis, a loro volta, erano stati eretti con un orientamento coerente con il Pantheon e con le date del 21 aprile, fondazione di Roma, e del 23 settembre, nascita di Augusto. L’effetto più suggestivo era percepibile nel Pantheon (sia nell’edificio adrianeo, sia in quello augusteo) dove, a mezzogiorno del 21 aprile, i raggi solari, penetrando dall’oculus centrale, colpivano l’ingresso come un riflettore di scena. Il messaggio era chiaro: Augusto era il nuovo Romolo, rifondatore della città nel segno di una pacificazione universale, dopo decenni di guerre civili. La struttura del Pantheon è stata talvolta posta in relazione con il Tychaion di Alessandria che (come informa un testo attribuito in antico a Libanio, ma opera di un autore anonimo denominato Pseudo-Libanio) aveva nel suo interno statue dei dodici dei e statue di sovrani, probabilmente dei re tolemaici. Si è di recente ritenuto che la descrizione dello Pseudo-Libanio si riferisse non a un edificio alessandrino, bensì a un edificio di Antiochia. L’intero argomento è stato riesaminato in appendice per fugare ogni dubbio circa la pertinenza della descrizione al tempio di Alessandria. È stata comunque l’occasione per un riesame di alcuni complessi problemi topografici della capitale siriana.

L'AUTORE

Eugenio La Rocca è socio ordinario dell’Accademia dei Lincei. In qualità di Sovraintendente ai Beni Culturali del Comune di Roma (1992-2008), ha promosso numerosi interventi di restauro di monumenti antichi, e coordinato il nuovo allestimento di musei archeologici: i Musei Capitolini nella Centrale Montemartini; il padiglione progettato da Carlo Aymonino nel Giardino Romano del Palazzo dei Conservatori; il nuovo Museo dell’Ara Pacis, progettato da Richard Meier; il Museo dei Fori Imperiali nei Mercati di Traiano. Attualmente insegna Archeologia Classica nell’Università di Roma “La Sapienza”. Ha diretto per molti anni la missione di scavo dei Fori Imperiali, e in seguito la missione di scavo nelle fondazioni del Palazzo Valentini, sede della Provincia di Roma. Durante la sua lunga carriera scientifica ha scritto monografie e articoli sulla cultura figurativa di età greca e romana, sui rapporti tra arte ed ideologia politica, sulla topografia e sui monumenti di città ellenistiche e principalmente di Roma, sul tema del paesaggio nell’antichità. Ricordiamo: La riva a mezzaluna. Culti, agoni, monumenti funerari presso il Tevere nel Campo Marzio occidentale, Roma 1984; Amazzonomachia. Le sculture frontonali del tempio di Apollo Sosiano, Roma 1985; Lo spazio negato. La pittura di paesaggio nella cultura artistica greca e romana, Milano 2008. Ha ideato e coordinato alcune importanti mostre a Roma ed all’estero: Kaisersaal, Köln, Römisch-Germanisches Museum, 1986; Aurea Roma. Dalla città pagana alla città cristiana, Roma, Palazzo delle Esposizioni, 2000; Trionfi romani, Roma, Colosseo, 2008; Roma. La pittura di un impero, Roma, Scuderie del Quirinale, 2009; I giorni di Roma, L’età della conquista, Roma, Musei Capitolini, 2010; I giorni di Roma. I ritratti. Le tante facce del potere, Roma, Musei Capitolini, 2011; I giorni di Roma. L’età dell’equilibrio, Roma, Musei Capitolini, 2012; Augusto, Roma, Scuderie del Quirinale e Parigi, Grand Palais, 2013-2014; I giorni di Roma. L’età dell’angoscia, Roma, Musei Capitolini, 2015.

INTRODUZIONE
PARTE I

IL PANTHEON DI AGRIPPA

1. Il Pantheon secondo Cassio Dione
2. Le tracce fisiche del Pantheon di Agrippa
3. Risultato degli scavi del 1996/1997 e loro interpretazione
4. Ipotesi moderne sull’orientamento e sui rapporti tra Pantheon di Agrippa e Pantheon di Adriano
5. Possibili precedenti e sistema costruttivo del Pantheon di Agrippa
6. L’edificio ellittico di Chester
7. Simbolismo del Pantheon augusteo, sue ricadute sul Pantheon adrianeo, e l’ascensio ad astra di Romolo
8. Il Pantheon di Agrippa: greco o romano?
9. Il Pantheon come luogo di consecratio e del culto imperiale
10. Relazioni con il mausoleo di Augusto

PARTE II

IL TYCHAION DESCRITTO DALLO PSEUDO-LIBANIO

1. Il Tychaion di Alessandria
2. Il Tychaion di Antiochia (con alcune note sulla topografia della città)
3. Dal Tychaion di Alessandria al Pantheon di Roma
BIBLIOGRAFIA

F.to 17x24, pp. 120, Ill a colori

RASSEGNA STAMPA:

Città Nuova