Pietro Testa e la nemica Fortuna Un artista filosofo (1612-1650) tra Lucca e Roma
- Anno: 2014
- Autore/i: Giulia Fusconi e Angiola Canevari (a cura di)
- Catalogo: Palombi Editori
- Argomento: Arte
- ISBN: 978-88-6060-542-9
- ISSN:
Una monografia monumentale, promossa e voluta dall'Istituto Nazionale della Grafica, che raccoglie un rilevantissimo apparato iconografico a colori con oltre 300 immagini per illustrare e documentare, grazie a saggi di notevole rilevanza ed interesse scientifico, la figura, l'opera e l'attività di Pietro Testa, detto il Lucchesino ( Lucca 1612-Roma 1650), disegnatore, incisore, pittore e teorico della pittura, fra le personalità di artisti grafici più interessanti del Seicento italiano. Il Testa ricevette i primi rudimenti del disegno a Lucca, ma decise di andare a Roma dove fu fu allievo prima del Domenichino e poi di Pietro da Cortona; si legò a Cassiano dal Pozzo, collezionista e studioso linceo che si muoveva nell'entourage di Papa Urbano VIII Barberini, al marchese Vincenzo Giustiniani, specializzandosi nel disegno dall’antico e acquistando una conoscenza straordinaria dei reperti archeologici presenti a Roma. Conobbe presto Poussin, al quale rimase legato d'amicizia per tutta la vita e che fu tra i suoi principali modelli di riferimento artistico. Nel corso degli anni Testa si dedica con una perizia via via più consumata all’incisione all’acquaforte, attività che gli dà da vivere e che gli procura successo e fama, anche a livello internazionale (soprattutto in Francia). Esse sono precedute da centinaia di studi preparatori, a matita, sanguigna, penna e acquerello, oggi conservati nelle maggiori collezioni pubbliche del mondo (Uffizi, Louvre, Haarlem, Teylers Museum, British Museum, Metropolitan Museum). Pietro Testa a Lucca realizzò opere significative nelle chiese e nei palazzi, come la pala di S. Domenico di Soriano, in San Romano e Il miracolo di san Teodoro, in San Paolino. Forse la sua commissione più significativa nella città natale fu l'affresco della Libertà di Lucca nel palazzo degli Anziani. Pietro Testa è stato negli ultimi decenni oggetto di una crescente rivalutazione critica a livello internazionale; le ricerche in corso per la realizzazione di questa monografia hanno permesso di rintracciare numerosi dipinti inediti, messi in correlazione con disegni inediti, con le incisioni e con le relative matrici incise su rame, molte delle quali conservate presso l'Istituto Nazionale per la Grafica di Roma. I risultati di queste ricerche permetteranno di definire per la prima volta nella sua globalità la figura complessa di questo artista, colto e interessato alle teorie artistiche, dalla tormentata psicologia, sempre in dissidio con l'establishement ufficiale e convinto di essere sottovalutato dai suoi contemporanei: un insieme di fattori che lo condussero al suicidio, nel Tevere, nel 1650, a soli 38 anni.
F.to 23 x 27 cm, Brossura filorefe, pp. 496