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Feroniade

Copertina del libro
€ 30,00
Versione stampata

Con la Feroniade, poemetto in tre canti (il metro e? l’endecasillabo sciolto), concepito nel 1784 e oggetto d’elaborazione sino al 1828, anno della sua morte, Vincenzo Monti trae spunto dal progetto di bonifica delle paludi pontine intrapreso da papa Pio VI per tratteggiare una favola eziologica modellata sulla tradizione classica: la condizione del territorio laziale viene spiegata, grazie al mito, come derivante da una vendetta di Giunone che, gelosa di Feronia, ninfa amata da Giove, ne distrugge il regno. Su questa linea Monti dispiega tutta la sua perizia di classicista: la delicata vicenda amorosa tra Feronia e l’Olimpio diviene dunque, nella struttura complessiva del poemetto, come un filo sottile, seppure riconoscibile, sul quale s’innestano narrazioni secondarie. Le forme della citazione, la ripresa emulativa dei modelli consacrati mostrano una “regia” sapiente, impegnata in un costante dialogo a distanza con le fonti, e permettono di attribuire a Monti un’indole da poeta “alessandrino”, non disgiunta peraltro, in quella che e? un’autentica gemma del neoclassicismo letterario italiano, da una sincera commozione dell’intelletto e del cuore, di fronte alla bellezza.