Perino del Vaga, Michele Lucchese e il Palazzo di Paolo III al Campidoglio
- Anno: 2012
- Autore/i: Picardi Paola (a cura di)
- Catalogo: De Luca Edizioni d'Arte
- Argomento: Arte
- ISBN: 978-88-6557-113-2
- ISSN:
A seguito del ritrovamento nei depositi dell’Accademia di Belle Arti di Roma dei fregi che decoravano il demolito palazzo di Paolo III Farnese al Campidoglio, si analizza il ruolo svolto nel cantiere da Michele Lucchese, remunerato per la realizzazione degli affreschi, che sono connotati da una marcata influenza stilistica di Perino del Vaga. Viene ipotizzata l’esistenza di un’associazione temporanea di impresa composta da Perino del Vaga e da Michele Lucchese: un tipo di bottega a struttura mobile, composta da più parti, ognuna delle quali doveva avere la capacità di operare in modo autonomo, avvalendosi però dell’impronta e dei modelli di Perino.
Le invenzioni presenti negli affreschi sono in gran parte derivate da modelli dall’antico. Tema dominante è quello della danza. Alcuni dei fregi rappresentano una teoria di danzatori, composta da eleganti fanciulle, da un vecchia dal seno cadente, da un uomo barbuto ed uno incappucciato, che si tengono per mano o per il bordo della veste. Altri raffigurano putti ed amorini in cerchio intenti al ballo.
Il tema delle dame e cavalieri in fila che intrecciano eleganti danze, negli anni centrali del Cinquecento, doveva rispondere al gusto dell’epoca, tanto da suscitare una diffusione particolarmente intensa in molti palazzi e ville ricollegabili, per via di parentela o via politico-curiale, alla famiglia Farnese. L’indagine, quindi, si estende ad altri cantieri farnesiani, mettendo in evidenza caratteristiche ricorrenti di funzionamento delle équipe coinvolte ed una circolazione di artisti di ambito prevalentemente perinesco. Tramite i disegni, anche i modelli dall’antico circolano all’interno dei gruppi di pittori al lavoro nella stessa impresa decorativa e sono trasmessi alle rispettive botteghe e alle loro filiazioni e articolazioni.
La piacevolezza del motivo delle danze, ne ha garantito una lunga durata, ben al di là della cerchia farnesiana e dell’ambito cronologico considerato. Nel tentativo di ricostruire una sorta di geografia della diffusione del tema, sono prese in considerazione le tante variazioni del soggetto che hanno popolato le dimore gentilizie del Cinquecento,e non solo.
Viene inoltre ricostruito il profilo di Michele Lucchese, pittore, incisore e mercante di stampe, la cui attività si svolse all’ombra dei Farnese, ed in particolare del cardinale Guido Ascanio Sforza di Santa Fiora, nipote di Paolo III. Parte della sua produzione incisoria viene letta come un tassello del complesso fenomeno della circolazione dei modelli tra Italia e Francia nel Cinquecento.
F.to 16,5x24, pp. 160, Ill. b/n e a colori