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Istantanee

(Collana Castalia)

Copertina del libro
€ 10,00
Versione stampata

Tascabile, pp. 80, brossura
Il rifugio di un tavolino al caffè della stazione non è in fondo diverso da quello privato della propria stanza. Non si abita, ma si è murati vivi. La “morta murata” è delusa, inutile cercare di nascondersi, perché “anche il buio è vivo”, e “guardare il mondo da dietro una finestra… non protegge dal dolore.” La poesia (neppure quella di Silvia Santirosi) non protegge dal dolore, e non dispensa saggezza. La poesia è canto e danza, “carpe diem, hic et nunc”, e nella sua gratuità sta la sua invisibile grandezza. (dalla Prefazione di Claudio Piersanti) Cosa dovrebbe fare un poeta che voglia semplicemente, paganamente, deliziosamente poetare? Una risposta possibile è questo lavoro di Silvia Santirosi che, come sciogliendo una riserva, tenta l’esplorazione ed esordisce in poesia parlando di un esordio in poesia: guardando obliquamente sia alla modernità che alla materia poetica. Un libro di frammenti: un brano di autobiografismo che sfiora l’anonimità della folla stracittadina accanto al vero della vita immaginata; ecco la boutade, il gioco di parole, il concettismo linguistico, l’espressione filosofica, accanto a momenti di lirismo disincantato e puro: lingua poetica, lingua a grado zero, lingua di qualsiasi altro. Ogni cosa è messa accanto all’altra: esposta ad una luce attenta, ma non accecante. E di pagano e semplice si sente di certo questa volontà giovane, allegra, vivace a poetare anche se poetare significa stendere sul lettino clinico il moderno per cercarne nelle viscere la poesia: il mistero del carattere.