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La nuova poesia modernista italiana

(Collana Voltaire)

Copertina del libro
€ 13,00
Versione stampata

Tascabile, pp. 268, brossura
Se il linguaggio della post-avanguardia entrava in rotta di collisione con i linguaggi della scienza e della modernità, la «Nuova Poesia Modernista» prende atto della crisi irreversibile di ogni linguaggio fondato sulla «differenza», sullo «scarto», sullo «statuto ambiguo»; e prende atto della mancanza di un fondamento su cui sia possibile poggiare la costruzione poematica. La «Nuova Poesia Modernista» è il tipico e più maturo esempio di una poesia sopravvissuta dopo la bancarotta dell’ontologia, tra Heidegger e Wittgenstein. L’ontologia negativa di Heidegger, per il quale «Essere è ciò che non si dice», tendeva a spostare l’asse del logos poetico novecentesco più sul non-detto, sui silenzi tra le parole, ed infi ne, sul silenzio tout court. Il nichilismo era il precipizio entro il quale precipitava e periclitava tutta l’ontologia heideggeriana. Per contro, il linguaggio poetico novecentesco minacciava di periclitare, sull’orlo del nichilismo, nel compiuto silenzio della poesia post-celaniana. L’impossibilità di approdare ad una conclusione, in Heidegger, è totale: il pensatore è poeta, il silenzio è l’essenza del linguaggio, esso è il luogo atto a esprimere l’essenziale come nondire.