Quaderni di Oebalus n. 1 - Sorrento e la Penisola Sorrentina tra Italici, Etruschi e Greci nel contesto della Campania antica.
Atti della giornata di studio in omaggio a Paola Zancani Montuoro (1901- 1987).
- Anno: 2010
- Autore/i: Senatore Felice - Russo Mario (a cura di)
- Catalogo: Scienze e Lettere
- Argomento: Storia antica
- Collana: Oebalus. Quaderni
- ISBN: 978-88-88620-78-7
- ISSN:
In 8°, brossura con bandelle 384 pp., numerose illustrazioni in b/n
Disponibile anche in PDF Euro 50,00 - singolo contributo euro 15,00
INDICE
Presentazione, PIER GIOVANNI GUZZO
Saluto ai convegnisti, FELICE SENATORE e MARCO FIORENTINO
Apertura dei lavori, FRANCESCO RONCALLI
GIOVANNI COLONNA, Presentazione del volume: M. Russo «Sorrento. Una nuova iscrizione paleoitalica in alfabeto ‘nucerino’ e altre iscrizioni arcaiche dalla Collezione Fluss»
CARLO DE SIMONE, L’iscrizione paleoitalica di Sorrento: problemi linguistici
GERHARD MEISER, La nuova iscrizione paleoitalica e la grammatica presannita
LUCIANO AGOSTINIANI, La nuova iscrizione di Sorrento e la definizione di paleoitalico in Italia e in Sicilia
PAOLO POCCETTI, Intorno ai nuovi documenti di area sorrentina: riflessioni sul novum e sul notum
GIANLUCA TAGLIAMONTE, L’iscrizione CIE 8806 da Vico Equense
Dibattito sulle relazioni della seduta antimeridiana
LICIA VLAD BORRELLI, L’eredità di Paola Zancani Montuoro
CLAUDE ALBORE LIVADIE, La Campania media e la Penisola sorrentino-amalfitana dall’età del Rame all’età del Ferro: alcune situazioni a confronto
CARLO RESCIGNO, Note sulla forma urbana di Surrentum
RENATA CANTILENA, La moneta in Penisola sorrentina tra IV e III sec. a.C.: dati acquisiti e problemi aperti
FABRIZIO PESANDO, Appunti sull’evoluzione urbanistica di Pompei fra l’età arcaica e il III sec. a.C.: ricerche e risultati nel settore nord-occidentale della città
LUCA CERCHIAI, Sui Pelasgi della Valle del Sarno
EDUARDO FEDERICO, Seirenoussai o Seirenes. Una semplice nuance? Strabone, le Sirene, Li Galli
ALFONSO MELE, Ausoni in Campania tra VII e V sec. a.C.
Chiusura dei lavori e interventi finali
Appendice: GIOVANNI COLONNA, I leoni di Sorrento (e il supposto mnema del re Liparo)
Referenze fotografiche delle illustrazioni fuori testo
Presentazione
L’occasione di questo Convegno è stata offerta dalla pubblicazione, a merito
di Mario Russo, dello studio su iscrizioni tracciate in “alfabeto nucerino”. E si è
raddoppiata, l’occasione, per il verificarsi del ventesimo anniversario della
scomparsa di donna Paola Zancani Montuoro. Così che le sessioni di studio si sono
intrecciate tra la materia epigrafica, quella linguistica, quella archeologica e
topografica, fino a valutare il ruolo della Studiosa nel contesto contemporaneo; e il
tutto all’interno di una critica cornice costituita dall’ampia e approfondita analisi
storica proposta da Alfonso Mele.
Il lettore valuterà la qualità dei singoli contributi, che trascorrono per molti
secoli e per numerosi siti, a seconda dei propri interessi di studio e di conoscenza.
Di certo, troverà ampia opportunità di apprendere sui diversi versanti disciplinari
che hanno ravvivato il Convegno, svoltosi grazie al fattivo appoggio offerto dal
Comune di Sorrento e dalla locale Azienda Autonoma di Soggiorno e Turismo.
Dove si trovi Sorrento è noto a molti, se non a tutti: meta di sognati viaggi,
ormai da più di un secolo, costituisce una enclave riservata nel contesto del golfo di
Napoli. La sua destinazione turistica non ha ancora del tutto cancellato le precedenti
vocazioni agricole del territorio che la circonda; né ha reso impossibile, pur se
talvolta ardua, l’attività di proseguire la ricerca sul suo passato, che vanta una nobile
tradizione. La sua separazione dal contesto contemporaneo ha, però, reso non facile
l’esplicarsi di una programmata serie di iniziative scientifiche. Così che la principale
materia d’indagine, oltre alla rivisitazione di quanto già conosciuto, è costituita
da ritrovamenti d’urgenza, oppure casuali, oppure opacamente raccolti e gelosamente
conservati. Tanto più meritoria, dunque, è l’opera di tutti coloro che danno
notizia all’ambiente scientifico di quanto, nei più vari modi, si viene a conoscere.
Lo schema di base che Paolino Mingazzini e Federico Pfister furono in
grado di comporre e di elaborare, ormai più di mezzo secolo fa, si è andato progressivamente
completando: anche se molte lacune continuano a rimanere, studi, rivolti
appunto ai documenti epigrafici così come a quelli numismatici, ne facilitano il
collegamento con settori contigui del suo territorio storico. In quanto, ieri come
oggi, sarebbe pesante errore storico pensare a Sorrento come una realtà isolata: di
certo, sembrerebbe seclusa, stretta com’è dalle asperità geomorfologiche che, in
antico, non hanno facilitato le comunicazioni, ma non le hanno affatto impedite.
Come si constata a proposito delle più antiche documentazioni archeologiche
finora conosciute: e, poi, per tutto lo sviluppo della diacronia storica dell’antichità,
finché divenne parte di quell’«unica città» che Strabone, con profetica visione ma
espressa in un contesto culturale e qualitativo ben diverso da quello dell’attuale
megalopoli, rappresenta della costa neapolitana.
Lo sforzo, coordinato ma libero, di quanti hanno a cuore la conoscenza e la
difesa del passato, delle sue testimonianze materiali, del piacere che lo sviluppo
della conoscenza procura dovrebbe essere indirizzato a costruire progressivamente
un tal quadro di riferimento.
Quanto si sta facendo è fausto presagio: il registrarlo con soddisfazione non
deve, però, rappresentare motivo di rilassamento nell’ideale, necessaria tensione.
Proprio quanto in questo Convegno viene presentato e discusso ci rende avvertiti di
quante tessere ancora mancano a ricomporre il disegno originario e completo di
quel mosaico che i nostri predecessori hanno iniziato ad impostare. Da allora sono
profondamente cambiate le condizioni all’interno delle quali quelle ricerche, ormai
lontane nel tempo, sono state intessute. Ma non si è persa la curiosità per indagare
sul passato: l’affinamento delle tecniche, filologiche ed operative, lo stesso
aumentare dei dati disponibili (anche se parallelo alle irreparabili distruzioni di
alcuni di essi nel frattempo perpetrate) se pure ci rendono simili ai nani appollaiati
sulle spalle di giganti sono reali elementi che ci aiutano, e ci esortano, a guardare
verso un più vasto orizzonte.
Così è per la materia linguistica ed epigrafica: ma anche per il più generale
tema di topografia storica, ora ben rafforzato da un’attenta coscienza diacronica. La
rivisitazione compiuta della topografia di Sorrento, collegata alle acquisite
conoscenze di realtà antiche, anche molto antiche, disgelate tutt’intorno, restituisce
solida base anche all’orgoglio locale, al quale, in questa delicata fase di crescita
della conoscenza critica, è giustificato chiedere un più stretto e fiducioso rapporto
con le istituzioni preposte alla tutela del passato.
In quanto, è ben noto e da tutti riconosciuto, che non sono queste ultime le
uniche detentrici del diritto a conoscere: se non per gli obblighi che la legge in Italia
pone a tutti i cittadini. Ma solo in quanto, a quel che oggi risulta, quelle strutture
obsolete, burocratiche, inadeguate quanto si voglia sono dotate, per loro propria
conformazione, di archivi a documentare realtà, transeunti, e memorie, perenni o,
almeno, più durature di una umana vita. E le tessere del mosaico alla ricomposizione
del quale siamo tutti intenti, ognuno contribuendo per come sa e può, non sono
tutte materiali: perché anche solo notizie, talvolta indizi, collegate ad altri dati,
novellamente acquisiti, guadagnano vigore di dimostrazione. E troppo di frequente,
e dolorosamente, in parallelo reperti, un tempo segnalati o frettolosamente
intravisti o approssimativamente descritti, risultano poi svaniti nelle labirintiche
latebre di commerci, scambi o pseudo collezioni.
L’aver raggiunto risultati così segnalati come quelli che costituiscono gli atti
del Convegno che qui si presentano non deve far tralasciare ulteriori sforzi per
ancor più approfondirli ed espanderli. Ogni realizzazione rappresenta, più che un
definitivo punto di arrivo, base per una più avanzata ricerca. Questa è la lezione che
riceviamo dai maestri del nostro recente passato che hanno fatto del comprensorio
sorrentino l’oggetto del proprio impegno scientifico: dobbiamo ricevere dalle loro
mani il testimone, rendendocene degni.
Pier Giovanni Guzzo
Soprintendente Archeologo di Pompei