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La casa in pietra grigia

Preziosa testimonianza storica della vita nella ex- Jugoslavia durante gli anni di Tito. Una stoia che attraversa il periodo 1940-1968 e che permette di conoscere ciò che realmente accadde nella regione jugoslavo-croata di quegli anni.

Copertina del libro
€ 24,00
Versione stampata

In 8°, brossura con sovraccoperta, pagg. 615.

La casa in pietra grigia è protagonista e spettatrice di una storia più ampia. Situata in una splendida cittadina dell'isola dalmata Hvar, crocevia di molti domini, carica di storia, cultura, bellezze naturali e fascino architettonico, retaggio di oltre trecento anni di presenza della Repubblica di San Marco. Attraverso l’antica dimora si snoda uno spaccato storico (dagli anni ’40 al ’68) che, attraverso il Regno degli Slavi del Sud, le ripetute faide interne al Paese, la sua adesione all'Asse a tre, la guerra partigiana per la liberazione, l’occupazione italiana e tedesca, l’esilio, i saccheggi, la proclamazione della Repubblica Democratica Federale Iugoslava, la dolorosa rottura con la grande madre Russia nel ’48 e l’Inforbüro, il nuovo corso del Socialismo titoista del ’53, giunge al racconto del difficile cammino verso una maggiore democraticità tra repubbliche dissimili culturalmente, economicamente, e con diverse aspettative. Solo la forza messianica di Tito riuscì a frenare il crescente centralismo federale di Belgrado. Egli abbracciò l'idea dell'autogoverno in tutte le forme della vita sociale, economica e politica, dando poteri assoluti alle organizzazioni di base, alle Repubbliche e alle Regioni autonome e lasciando al Governo Federale i poteri sui problemi di comune interesse del Paese. Cambiò il sistema – ma non cambiarono gli uomini. La convinzione dei vecchi-nuovi manager che Autogoverno fosse uno spinto anarchico liberismo, fece già presagire nel ’68 ciò che avrebbe fatto crollare un impianto con fatica tenuto in piedi. Si giunse così alla crisi totale tra la società civile e politica. Tutti questi avvenimenti di insicurezze, incertezza e perdita di valori, trasformarono la Casa in un simbolico rifugio, il luogo in cui, lontano da tutto ciò che la sorte preservava ai personaggi che la abitavano, era possibile sentirsi al sicuro, nel limbo fatto di affetti condivisi e antiche memorie sospese.
Se non si conoscono certi posti, non si riesce comprendere personaggi che questi hanno creato e la necessità della narrazione nel loro destino. La Casa in pietra grigia è questo destino. È un disegno di memoria, complesso. Prima di tutto infantile e pertanto senza coinvolgimento, poi crescente attraverso sviluppi efficaci tra un Paesaggio felice e un’Umanità distratta. Un racconto minuzioso. Allegoria di un mondo sempre più ostile nel quale la narrante inconsciamente aspira a legami più profondi e ad un nucleo affettivo di maggiore sicurezza. Il tema fondamentale sono i posti della memoria in una narrazione congiunta alla favola. Una vita risolta tra paesaggi realistici, plausibili nella memoria, tra natura e ragione: Istinto e Razionalità. L’autrice del libro La Casa in pietra grigia è nata su una delle più belle isole dalmate del medio Adriatico. Sull’antica rotta tra Occidente e Oriente, abitata fin dalla preistoria, dove si sono avvicendate antiche civiltà facendone un piccolo ma prezioso scrigno di tesori architettonici, artistici e culturali e dove l’autrice ha respirato storia, tradizione, costumi che catturano quelli che la semplicità sentono come necessità. Quel paradiso naturale che ammalia e strega le sensibilità predisposte alla bellezza. Luoghi di altri tempi temperati da antiche esperienze, angoli di paesaggi indescrivibili: come dono della natura impreziosita. Introvabile altrove. Declivi con vigneti terrazzati in digrado sulle baie appartate, luminose, orlate di spiaggette di ciottoli levigati, bianchissimi e sabbie dorate, fantastiche scogliere sul mare che si immergono in acque cristalline di colori incredibili: dall’azzurro al verde smeraldo, violaceo. Il mare che, come per pudore lascia spazio a promontori ricoperti da pini marittimi e macchia mediterranea. Una terra ricca di piante aromatiche: lavanda, rosmarino, salvia, mirto, erica. Terra incontaminata, generosa, pronta all’accoglienza, all’antica genuina ospitalità isolana. Quella che ho vissuto nella bellissima casa estiva di Jelena Di Santo ricostruita sui resti di un antico rudere del Cinquecento sull’isola San Clemente nell’arcipelago Spalmadori. La bellezza catturata alla memoria. Fulvio Tomizza(Hvar, 1994)