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Paolo Portoghesi. Disegnare l'ambiente

Copertina del libro
€ 30,00
Versione stampata

Formato: 16 x 16 cm Pagine: 386
Contenuto: Nel disegno, ancor prima che nell'opera, si esprime la ricchezza dell'ingegno quale mirabile sintesi di conoscenze, intima espressione del sapere. Proprio attraverso il disegno, la mostra "Disegnare l'Ambiente" si propone, dunque, di illustrare l'opera di Paolo Portoghesi, interpretando quel rapporto intenso di filiazione e osmosi con l'ambiente circostante del quale il processo creativo si nutre. 48 taccuini e 10 grandi disegni originali accompagneranno il visitatore alla scoperta della capacità creativa del celebre architetto, nei sentieri tortuosi del percorso progettuale, rendendolo partecipe di una dimensione segreta e autobiografica che raggiunge l'intimità della coscienza. I taccuini per le loro dimensioni e caratteristiche rappresentano, oltre che uno strumento di lavoro insostituibile, il diario di una vita dedicata all'architettura, la compagnia con cui si trascorre il tempo del pensare, quando l'invisibile diventa visibile attraverso il segno. Nella mostra allestita nel complesso ex Manifattura Tabacchi di Modena, ove è in corso il progetto di recupero firmato dallo stesso Portoghesi, troverà sede anche la Domus Sapientiae, l'imponente struttura in legno e metallo alta oltre 4 metri progettata in occasione della sua mostra modenese nel 1985 che, con la pianta stellare a sette punte, si pone come omaggio a Borromini e alla sua prima idea progettuale per la chiesa di S. Ivo alla Sapienza a Roma, ispirata al passo biblico secondo cui "Sapientia aedificavit sibi domum, excidit columnas septem" (Pr. IX, 1).Dell'architetto ticinese Portoghesi possiede la stessa volontà di comunicare, lo stesso furor profetico volutamente provocatorio ed interlocutorio, lo stesso misurarsi con la storia e con la natura, quale principale nutrimento all'atto creativo nel compenetrarsi di archetipi naturali e antropici che, scriveva L. Kahn, formano l'eterno presente. Premesso che per Portoghesi l'architettura è linguaggio inteso come sistema di segni in grado di comunicare un universo di significati e di simboli al di là del puro astrattismo della forma, egli considera il disegno strumento complementare alla scrittura in straordinaria affinità con il linguaggio verbale. I suoi disegni sono veri e propri trattati di poetica, architettura, urbanistica, parole disegnate che traducono il pensiero, nell'immediatezza del tratto, in immagine sensibile. La mostra si propone, pertanto, di illustrare l'opera di Portoghesi attraverso il disegno, interpretando quel rapporto intenso di filiazione e osmosi con l'ambiente circostante del quale l'architettura si nutre e che, attraverso l'uso creativo della memoria, carica il disegno, tratto dopo tratto, di segni mnemonici ed inconsci, frutto di una rielaborazione concettuale e poetica. Viaggiatore attento, utilizza il disegno come strumento di indagine della architettura attraverso schizzi a mano libera, che gli consentono con grande abilità di fissare gli infiniti stimoli del mondo esterno. Ogni segno a matita o a china color seppia racchiude la genesi di una spazialità già compiuta ed esprime pienamente un patrimonio di valori e di conoscenze attraverso una gestualità colta e consapevole, non casuale, ma carica di significato, espressione di quella ricerca progettuale interdisciplinare che dovrebbe guidare la mano di ogni architetto. Il complesso ex Manifattura Tabacchi di Modena, il cui progetto di recupero è opera dello stesso architetto, ospita, accanto alla Domus Sapientiae, imponente struttura progettata in occasione della mostra modenese di Portoghesi nel 1985, omaggio alla prima idea progettuale per la chiesa di S.Ivo alla Sapienza a Roma, numerosi taccuini da viaggio di formato e fattura diversi, accomunati dalla carta ruvida, fatta a mano, di Amalfi, che raccolgono come in uno scrigno la molteplicità dei disegni, sovente corredati da didascalie autografe. "Chi vuole sapere di più su di me, cioè sull"artista, osservi attentamente i miei dipinti per rintracciarvi chi sono e cosa voglio". Osservare i suoi quadri, sosteneva Klimt, era l'unico modo per capire veramente chi fosse, quali fossero i suoi desideri, le sue passioni. Nel tratto colto dei disegni di Portoghesi si esprimono contestualmente riflessioni, indagini, note autobiografiche, dediche, omaggi, ispirazioni, delusioni, racconti, letture di paesaggi, interpretazioni, sogni, utopie. Ogni questione basilare per l'architettura vi è riproposta: lo studio della natura nella morfologia delle forme; il dialogo tra architettura e natura nel forte radicamento dell'opera alla terra e nella elevazione al cielo; il lievito della memoria nel riconoscere i rami fertili dell'eredità del passato; la concezione dello spazio nel plasmare le superfici; la ricerca di un radicamento con il luogo, così come definito dal suo maestro e guida Leonardo Sinisgalli, recuperando quel profondo legame che va ben oltre la semplice integrazione formale e che rievoca il carattere dell'ambiente circostante anche attraverso la continuità materica e il recupero delle tecniche costruttive tradizionali; la cura del dettaglio nello studio ridolfiano dei particolari e nel felice connubio dei materiali; l'impegno verso la città per una migliore qualità di vita dell'uomo e una pacifica e civile convivenza nell'attenzione neorealista alla piazza quale luogo degli sguardi, alla strada e alla casa; la sensibilità per le problematiche ambientali ed ecologiche che minacciano il nostro domani nel senso di responsabilità nei confronti delle generazioni che verranno. In un momento storico in cui la ricerca architettonica si è fermata all'apparenza della forma nella cieca illusione di far nascere l'architettura per partenogenesi, in una società fuggevole in cui la comunicazione è rapida, immediata, evanescente, Portoghesi recupera quella dimensione etica del progettare, predicando il ritorno di scelte formali consapevoli e restituendo alla modernità pienezza di contenuti e valori, in contrapposizione ad una diffusa aridità espressiva dell'architettura contemporanea. Nei suoi disegni egli ritrova la dimensione descrittiva dei taccuini di viaggio dei protagonisti del Grand Tour nel racconto del processo creativo che nasce, ad esempio, dal carattere intimo e di raccoglimento di mani avvinghiate l'una all'altra, sovrapposte tra loro a richiamare nella forma l'archetipo della capanna, quindi del rifugio e del riparo, del conforto che solo nella preghiera si può ritrovare, o dall'analisi alberiforme che ripercorre la struttura della foresta, dal profilo degli uccelli acquatici in volo, dal battito d'ali di una farfalla, dalle onde del mare o dalla commistione dei simboli cristiani e pagani, da quella ricchezza di riferimenti che si nutre di singolari contagi con molteplici discipline, al centro di un crocevia di saperi. Breve nota biografica: Da quando, a ventidue anni, ha cominciato a scrivere e a studiare architettura, Paolo Portoghesi, nato a Roma nel 1931, combatte a tutto campo contro l¹amnesia che ha dato alla modernità l'illusione di aver azzerato la storia e che rischia, a suo parere, di portarla oggi verso il naufragio nell'irrazionalismo. Figura anomala, che unisce al talento dello storico e del critico quello dell'architetto creatore, si è scontrato con molti dei protagonisti della cultura architettonica italiana, da Zevi a Benevolo, a Tafuri, sostenendo la necessità di ridare spazio alla tradizione intesa come stimolo all'innovazione nella continuità. La carriera accademica di Paolo Portoghesi comincia nel 1962 con l'incarico di professore di Letteratura Italiana presso la facoltà di architettura dell'Università degli Studi di Roma "La Sapienza". Dal 1967 al 1977 è professore di Storia dell'architettura contemporanea presso il Politecnico di Milano, di cui è preside dal 1968 al 1976. Dal 1995 è professore di Progettazione Architettonica e Geoarchitettura presso la facoltà di Architettura "Valle Giulia", Università "La Sapienza" di Roma. Nel 1979 è stato nominato direttore del settore architettonico della Biennale di Venezia. In questo ruolo egli ha incaricato Aldo Rossi della realizzazione del Teatro del Mondo"; nel 1980 ha organizzato la mostra di architettura "Presenza del Passato" per la quale, insieme ad altri 19 architetti di fama mondiale, ha costruito la "Strada Nuovissima", in seguito spostata e ricostruita prima a Paris Salpetière come "Presence de l'historie" e poi oltre oceano a San Francisco (USA) come "The presence of the past". Presidente della Biennale di Venezia dal 1983 al 1992 ha concluso il suo lavoro organizzando una mostra nella città lagunare dedicata alle costruzioni sacre per le tre religioni monoteistiche, allestita in seguito anche a Monaco, Londra e Berlino. Tra le opere più significative: Casa Baldi a Roma (1959), Casa Andreis a Scandriglia (1964), Casa Bevilacqua (1964) a Gaeta, il progetto di concorso per il teatro lirico di Cagliari (1965), Casa Papanice a Roma (1966), la Chiesa della sacra Famiglia Salerno (1969), i progetto per il Palazzo reale ad Amman (Giordania,1973), la moschea e il Centro Culturale di Roma (1974), le Case per i lavoratori ENEL a Tarquinia (1981), la casa nel quartiere Tegel, Berlino (1984), le terme di Montecatini Pistoia (1987), il teatro Nuovo Politeama di Catanzaro (1988), il giardino e la biblioteca di Calcata (1990), la piazza Leon Battista Alberti a Rimini (1990), l'albergo Meridien a Rimini (1994), il parco termale ad Abano Terme (1996), le torri di Pietralata per lo SDO di Roma (1996), la chiesa di Santa Maria della Pace a Terni (1997), il progetto vincitore del concorso internazionale per la Grande Mosquée di Strasburgo (2000), il Quartiere Rinascimento nel Parco Talenti a Roma (2001), il progetto per la torre del Respiro a Shangai (2006). Insignito di numerosi riconoscimenti internazionali, autore di numerose opere di critica e storia dell'architettura, ha diretto le riviste "Controspazio" e "Eupalino", e dirige le riviste "Materia" (dal 1990) e "Abitare la terra" (dal 2001). Nel 1963 ha vinto il premio nazionale IN/Arch per la Critica Storica, è membro delle Accademie Ligustica di Genova e delle Arti e del Disegno di Firenze, membro onorario dell'Accademia di Brera e dell'American Institute of Architects, membro straniero dell'Accademia Russa di Architettura, Cavaliere di Gran Croce della Repubblica Italiana, Accademico di San Luca e dei Lincei. Ha ricevuto lauree honoris causa dall'Ecole Politechnique Fédérale de Lausanne e dall'Université de Genève, la Legion d'onore, il titolo di Commandeur de l'Ordre des Arts et des Lettres dall'allora ministro francese della cultura Fritz Lang, la medaglia d'oro dei Cultori di Roma, il premio Universum e la classe Sole dell'ordine di "Galileo Galilei", dal Gran Maestro del Grande Oriente d'Italia. Dal 1998 è vicepresidente della Green Cross Italia. Ha ricevuto il premio Campidoglio 2006 per la cultura.