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Mélo - Dizionari del cinema

EMO

Copertina del libro
€ 20,00
Versione stampata

COLLANA / Dizionari del Cinema- PAGINE TOTALI / 352- ILLUSTRAZIONI / 600-
«Pare impossibile ma nei momenti più gravi non hai mai un fazzoletto»
Clark Gable a Vivien Leigh in Via col vento
Che cosa è il Mélo? Associato spesso all’omonimo genere teatrale e alla definizione di “Melodramma”, che riporta alla mente la grande tradizione lirica, come genere filmico è in realtà qualcosa di completamente diverso anche se, di tutti i generi, è certo il più complesso culturalmente. Figlio prediletto del romanzo ha come elemento narrativo fondante l’«impedimento amoroso» che si manifesta come impossibilità, negazione, destino. Etichettato in modo snob “cinema per signore” questo genere ha tuttavia avuto sempre una grande fortuna: «l’amore felice non fa storia» scriveva infatti Sklovskij. Ed ecco allora film “romanticamente esasperati” nei quali vengono enfatizzate le passioni: amore, sentimenti familiari, gelosia, rancori, rimorsi, declinati secondo stili differenti, a seconda che si tratti del grande cinema hollywoodiano degli anni ’40 e ’50 - firmato da autori icone Delmer Daves e Douglas Sirk, Elia Kazan e George Cukor e legato ai volti delle “divine”, da Bette Davis a Joan Crawford, da Barbara Stanwyck a Lana Turner, - che del dramma “neorealistico” dell’Italia anni ’50, come nei film di Raffaello Matarazzo o della particolare visione contemporanea di autori come Pedro Almodóvar o Wong Kar-wai.
Il dizionario, attraverso le dieci parole chiave che identificano i temi portanti del genere (La vita è un romanzo, Madri e figlie, La doppia vita del teatro, Stile mélo, Travolte da insoliti destini, La malattia, Alcool e petrolio, L’amore in fotoromanzo, Le signore di Freud, Ciak, si gira!), gli oltre trenta protagonisti che hanno reso immortali le grandi pellicole mélo, i dieci capolavori (opere appartenenti a epoche e cinematografie diverse che vengono ricordate nel tempo per il loro valore) e un repertorio di oltre ottanta film (dalla nascita del cinema fino ai giorni nostri), ripercorre le tappe dell’evoluzione di questo genere, che forse più di ogni altro rispecchia il modo di vivere sentimenti ed emozioni in ogni tempo.
Arricchiscono il volume le citazioni di critici e protagonisti del cinema, le note storiche e l’iconografia originale, con materiali inediti. Corposi e interessanti anche gli apparati, che contengono anche alcune delle “frasi celebri” del melodramma sul grande schermo.
Elegante, raffinato e gustoso per le tante curiosità e i retroscena narrati con lo stile ricco e ironico, a tratti tagliente, dell’autore, Mélo è un volume appassionante per i cinefili e non solo, con il suo variegato panorama che spazia da Giglio infranto (D. W. Griffith, 1919) a Un tram che si chiama desiderio (Elia Kazan, 1951), da Via col vento (Victor Fleming, 1939) a Volver (Pedro Almodóvar, 2006) da Eva contro Eva (Joseph L. Mankiewicz, 1950) a Catene (Raffaello Matarazzo, 1949) da Scandalo al sole (Delmer Daves, 1959) a Un uomo da marciapiede (John Schlesinger, 1969) da Senso (Luchino Visconti, 1954) a In the mood for love (Wong Kar-Wai, 2000) da I peccatori di Peyton (Mark Robson, 1957) a American Beauty, (Sam Mendes, 1999), fino ai recenti I segreti di Brokeback Mountain (Ang Lee, 2005), L’amore ai tempi del colera (Mike Newell, 2007), Espiazione (François Ozon, 2007).
«Perché le donne insistono nell’amare gli uomini
per come vorrebbero che fossero e non per come realmente sono?»
Melvyn Douglas in Mare d’erba (Elia Kazan, 1947)
L’autore
Critico cinematografico prima de Il Giorno e poi del Corriere della Sera, oltre che di Ciak, Maurizio Porro è professore di storia della critica dello spettacolo all’Università Statale di Milano (dove si laureò in Lettere e filosofia) e autore di numerose pubblicazioni fin dal ’67.
L’Accademia dell’Immagine
L’Ente Morale Accademia dell’Immagine - centro di alta formazione per il cinema e la comunicazione audiovisiva, nasce nel 1991 su iniziativa di Gabriele Lucci. L’Accademia dell’Immagine, presieduta da Massimo Cialente, vede come soci fondatori: la Regione Abruzzo, l’Istituto Cinematografico dell’Aquila “La Lanterna Magica”, la Provincia e il Comune dell’Aquila.