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25. Il diritto e la giustizia

Copertina del libro
€ 13,00
Versione stampata

Illustrazioni: 96 ill. in b/n - Formato: 17x24 cm - Allestimento: Brossura - Numero pagine: 176 -
Premessa.
Il diritto e la giustizia; Ordinamento dello stato romano e della società. Evoluzione delle istituzioni pubbliche; Le fonti del diritto romano, e leggi e i giuristi; L’amministrazione della giustizia attraverso i secoli; La famiglia romana; Il diritto di successione; La schiavitù; Altre curiosità giuridiche; Conclusioni; Indice delle leggi citate nel testo; Abbreviazioni; Bibliografia
“Iuris praecepta sunt haec: honeste vivere, alterum non laedere, suum cuique tribuere”“Queste sono le norme del diritto: vivere onestamente, non danneggiare nessuno, dare a ciascuno il suo”(Giustiniano, Inst., I, 1, 3, da Ulpiano, Dig., I, 1, 10, 1) Da secoli Roma è concordemente indicata come la patria del Diritto.Nonostante ciò, soltanto quanti intraprendono studi giuridici riescono a raggiungere una conoscenza accettabile del Diritto Romano, mentre la maggior parte delle persone, che pure leggono e traducono i testi classici della latinità, ne rimane completamente estranea.Nelle nostre scuole, infatti, studiare Diritto significa acquisire conoscenze giuridiche moderne, limitando quelle relative a Roma antica a poche e fuggevoli notizie.D’altro canto, il campo del Diritto è talmente specialistico da impedire un approccio approfondito a chiunque non sia disposto a dedicarvisi completamente; molti sono convinti, quindi, che non valga la pena di affrontare un argomento così vasto e complesso soltanto in maniera forzatamente superficiale. Ne deriva, perciò, una grave perdita per gli appassionati del mondo romano, perché il Diritto non è materia arida e tediosa, come a prima vista può sembrare, e la sua conoscenza, anche solo generica e poco approfondita, contribuisce ad aprire un orizzonte vastissimo e affascinante, nonché ad illuminare e rendere meglio comprensibili diversi e importanti aspetti della civiltà di Roma antica (fig. 1).A ciò si aggiunga che la letteratura giuridica latina ha prodotto opere interessanti anche dal punto di vista linguistico: particolare non trascurabile al giorno d’oggi, visto che si tende a considerare la letteratura non solo come una raccolta di testi di grande valore letterario, ma anche come un insieme di testimonianze che, pur eterogenee per qualità artistica, sono comunque tutte utili per ricostruire il quadro della civiltà che si espresse in latino.Scopo del presente lavoro è appunto quello di fornire uno strumento che, senza alcuna pretesa di essere esauriente, offra tuttavia qualche spunto per scoprire uno degli aspetti più importanti del mondo romano.Ogni argomento è costituito da una trattazione il più possibile semplice e chiara nell’esposizione, pur senza rinunciare alla scientificità dei contenuti; per non appesantire eccessivamente il testo, ci si è limitati alle note essenziali, mentre tutte le notizie accessorie sono state volutamente tralasciate, così come i problemi giuridici ancora aperti e oggetto di discussioni troppo complesse.Inoltre, dalle indicazioni bibliografiche sono escluse le opere difficilmente reperibili oppure in una lingua straniera diversa da quelle che abitualmente si studiano nelle nostre scuole.Si sono anche evitati gli scritti più complessi e specifici che presupponessero conoscenze già approfondite dei concetti giuridici: per tutti questi motivi, oltre che per la vastità della materia, le referenze bibliografiche sono ridotte all’essenziale e limitate ai testi che potrebbero essere utili per ricerche e ulteriori approfondimenti.Un ultimo appunto di carattere metodologico: il primo capitolo introduttivo, a prima vista non strettamente pertinente al tema trattato, svolge una funzione di “cornice”, volta a far comprendere che il complesso sistema giuridico romano non nacque da astratte speculazioni, bensì dalla necessità di risolvere problemi concreti e diversi col mutare delle epoche storiche.Proprio per questo motivo, si è anche cercato di sviluppare gli argomenti in senso diacronico, per dare l’idea del divenire di una struttura estremamente duttile e fluida, capace di rispondere alle esigenze mutevoli dello stato e della società.