Restituire l'antichità. Il laboratorio di restauro della scultura antica del Museo Pio-Clementino
100 ill. b/n - F.to 17x24 cm - Numero pagine: 428
Prefazione di Orietta Rossi Pinelli
Sommario: Prefazione; Introduzione; Restaurare per il museo: museologia e integrazione dell'antico: Restaurare e mantenere; Laboratori a confronto; Il restauro alla prova della "critica oculare"; La sala delle Muse. La fabbrica del restauro: Dove: lo studio "alla Torre dei Venti"; Come: una prassi condivisa; Chi: stipendiati dal restauro; Con chi: fornitori e trasportatori di marmo; Quando: organizzazione del tempo; Quanto: condizioni economiche. Una vita da restauratore: Giovanni Pierantoni: Una rapida carriere alla corte di Pio VI; Restauratore accademico; "Per secondare i graziosi sovrani impulsi": il palazzo di via del Corso; Monumenti Gabini: Pierantoni restauratore di ritratti; Restauratore imprenditore; L'affare Hope: restauratori dopo l'Editto; "Statue Antiche compite e da compiersi"; Alla fine il Laocoonte. Appendici documentarie. Tabelle. Elenco delle abbreviazioni. Bibliografia generale. Elenco immagini. Referenze fotografiche. Indice dei nomi.
Questo eccellente saggio sul laboratorio di restauro dei Musei Vaticani, rimasto nell'ombra fino ai ritrovamenti di Chiara Piva, riporta in limite una penetrante riflessione di Marguerite Yourcenar "Dal giorno in cui una statua è terminata, comincia in un certo senso, la sua vita". Di fatto questa impegnativa ricostruzione, ricca di aperture critiche, approfondimenti, sviluppi e nuovi dati, si concentra su uno dei momenti cruciali del percorso secolare della vita delle statue, una volta consumatosi il loro breve pur determinante legame con i rispettivi autori. Infatti l'allestimento del Museo Pio-Clementino per la scultura antica, avvenuto tra il 1770 e il 1791 circa ebbe un valore paradigmatico per i successivi allestimenti museali in Europa e nel definire il campo stesso della ricezione dell'antico. La sincronica creazione di un laboratorio di restauro a fianco del Museo, con tutte le implicazioni che questo ha comportato, illumina sul livello di consapevolezza raggiunto da certa cultura romana legata alla storia antiquaria, almeno da parte del grande Ennio Quirino Visconti, che con il padre Giovanni Battista, è stato il primo curatore del museo. (Dalla prefazione di Orietta Rossi Pinelli).