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Conoscere Capri 6/2007 - Studi e materiali per la storia di Capri

Oebalus, a cura di: Marco Amitrano, Eduardo Federico e Carmelina Fiorentino

Copertina del libro
€ 15,00
Versione stampata

Capri 2007, 176 pagine
STUDI E NOTE
Luigi Ferranti Movimenti ‘lenti’ nell’isola di Capri negli ultimi 124.000 anni Antonia Tafuri Nuova lettura per un affresco della Certosa di Capri Marilou Esposito Il centro antico di Capri. Il tracciato, gli elementi di permanenza e le trasformazioni urbane Nelli P. Komolova Solitudine tra la folla caprese. Il poeta Lozina-Lozinskij e Capri Ernesto Mazzetti Radiografia d’un organismo geografico complesso: l’isola di Capri PROFILI Fabio Mangone Giovan Battista Ceas: elementi per un profilo Attilio Lembo Cinque profili di artisti figurativi a Capri fra Ottocento e Novecento RECUPERI Carlo Bonucci Isola di Capri. Palazzo Cerio e le ricerche su Capri prima di Ignazio Cerio RECENSIONI C. Krause, Villa Jovis. L’edificio residenziale (Rossella Zaccagnini) V. Faiella, S. Vellino, Sognando Capri. Tre secoli di canzoni sull’isola azzurra (Franco D’Otolo)
Riassunti degli interventi
Luigi Ferranti Movimenti ‘lenti’ nell’isola di Capri negli ultimi 124.000 anni (pp. 11-37). Capri è ritenuta tettonicamente stabile in base alla presenza lungo la fascia costiera del solco marino del periodo Tirreniano (124.000 anni fa) ad un’altezza circa coincidente con il livello del mare Tirreniano, escludendo dunque grandi movimenti successivi. Misure di dettaglio della sua altezza, qui presentate, dimostrano una variabilità tra 5.4 e 8.1 m., con quote più elevate nel settore SE dell’isola, dal quale decrescono progressivamente verso N e verso W fino ad un minimo nel settore NW. Tale andamento è attribuito a piccole dislocazioni tettoniche lungo le principali faglie rilevate nell’isola, in maniera consistente con la subsidenza dei golfi di Napoli e Salerno negli ultimi 2 milioni di anni. I tassi di dislocazione estremamente bassi suggeriscono movimenti di tipo asismico o micro-sismico, controllati da discontinuità meccaniche a profondità di pochissimi chilometri. Antonia Tafuri Nuova lettura per un affresco della Certosa di Capri (pp. 39-45). La nota prende in esame l’affresco che compare nel catino absidale della chiesa della Certosa di Capri e offre una diversa lettura. Precedentemente, infatti, nell’affresco era stato individuato come motivo il sogno di Ramiro I, re di Castiglia. La nuova proposta di lettura consiste nel riconoscere nell’affresco in questione l’apparizione di san Bruno in sogno al conte Ruggero durante l’assedio di Capua. Marilou Esposito Il centro antico di Capri. Il tracciato, gli elementi di permanenza e le trasformazioni urbane (pp. 47-67). La struttura urbana di Capri è stata fatta oggetto di molti studi, ma per la scarsezza di fonti ed evidenze, purtroppo, molte sono le ipotesi sul suo assetto antico e ben poche le certezze. La città è analizzata secondo principi e concetti della scienza urbana: dallo studio della città medievale e dalle permanenze moderne e contemporanee si tenta di delineare un quadro di ipotesi e delle linee di ricerca sulla consistenza e la forma della città antica, che attendono la prova di un ritrovamento, probabilmente fortuito, preferibilmente pianificato in mirate campagne di studi e di scavi. Nelli P. Komolova Solitudine tra la folla caprese. Il poeta Lozina-Lozinskij e Capri (pp. 69-83). Il poeta e letterato Aleksej Konstantinovic Lozina-Lozinskij (1866-1916) trascorse più di un anno (1912-1913) a Capri, costretto a lasciare la Russia per motivi politici. Fece parte della ‘colonia’ degli esuli russi anche se in una maniera appartata, lontano, per esempio, anche dalla personalità e dall’attività di Maksim Gor’kij. L’articolo rievoca i momenti essenziali dell’esperienza letteraria di Lozina-Lozinskij che si ricollegano al suo soggiorno caprese e che vedono al centro le bellezze naturali e la storia di Capri. Ernesto Mazzetti Radiografia d’un organismo geografico complesso: l’isola di Capri (pp. 85-119). L’isola di Capri, nonostante la ridotta superficie, costituisce un organismo geografico complesso. Paesaggi naturali, storia, preesistenze archeologiche, architetture tipiche, vicende di personaggi della storia, della cultura, dell’arte e della stravaganza hanno costantemente attratto l’attenzione di scrittori, viaggiatori, pittori, attirando, specie a partire dalla seconda metà del Novecento, flussi crescenti di turisti. Il movimento turistico ha inciso fortemente sul territorio caprese, determinando alterazioni del paesaggio e cambiamento sociale. In termini funzionali, anche e soprattutto per lo sviluppo della rete di trasporti marittimi e per l’espandersi dei pendolarismi, è legittimo considerare Capri, a dispetto della condizione insulare, un quartiere residenziale di lusso dell’area metropolitana di Napoli. Questo scritto, in base ai dati dell’ultimo censimento della popolazione e delle abitazioni e ad indicatori quali l’incremento dei valori immobiliari e l’abusivismo edilizio, fornisce elementi di comprensione della complessità delle trasformazioni territoriali e dei mutamenti sociali verificatesi in questo delicato ambiente insulare. Ne deriva un significativo test di riferimento, per quanti, nell’ottica della geografia del turismo, analizzano problemi di equilibrio tra sviluppi turistici e sostenibilità ambientale, non solo nell’ambito delle piccole isole, ma di ogni sito che, per antica o recente vocazione turistica, si trovi investito da processi di ‘valorizzazione’. Fabio Mangone Giovan Battista Ceas: elementi per un profilo (pp. 121-131). Lo studio ricostruisce per la prima volta le tappe salienti della biografia culturale, artistica e professionale dell’architetto Giovan Battista Ceas (1893-1975). Romano di origine e figlio d’arte, Ceas svolge in numerosi contesti italiani e coloniali una multiforme attività di studioso, progettista, interior design, imprenditore, docente. La sua lunga carriera inizia con i problemi della ricostruzione del Nord-Est italiano, dopo la ‘Grande Guerra’, e prosegue poi con una brillante attività – in collaborazione con il massimo ‘architetto navale’ italiano, Gustavo Pulitzer – di interior design e produttore di raffinati mobili, che si affianca a progetti per la città di Roma. Dal 1926 Capri rappresenta non solo un rifugio, ma anche un luogo reale ed ideale a cui dedicare un’intensa attività di studioso e progettista. Se del suo trasferimento in Campania recano tracce le scuole di arti applicate di Torre del Greco e di Sorrento nonché la nuova Scuola superiore di architettura di Napoli, la sua natura sostanzialmente nomandica lo porta ad occuparsi di temi svariati, che vanno dai siti archeologici nelle colonie dell’Egeo alla configurazione delle nuove città di fondazione in Sardegna. Il dopoguerra è largamente occupato dall’impegno nella riorganizzazione delle professioni nonché nella promozione di tecnologie innovative, oltre che da una cospicua attività anche imprenditoriale in Toscana. A fronte di una così multiforme attività, la sua attività – con l’eccezione di quella svolta in Sardegna – resta per lo più sconosciuta e sottovalutata. Attilio Lembo Cinque profili di artisti figurativi a Capri fra Ottocento e Novecento (pp. 133-141). Si offre un breve profilo di cinque pittori che tra Ottocento e Novecento hanno operato a Capri e scelto l’isola per le loro opere: James Talmage White, Antonino Leto, Valentino White, Mario Laboccetta, Hans Paule. Carlo Bonucci Isola di Capri. Palazzo Cerio e le ricerche su Capri prima di Ignazio Cerio (pp. 143-157). Si ripropone un breve scritto del 1845 dedicato alle antichità di Capri del noto archeologo napoletano Carlo Bonucci (1799-1870) morto e seppellito a Capri. Parente dei Cerio, comproprietario di Palazzo Cerio e proprietario del colle san Michele, Carlo Bonucci, antichista di formazione, rivolge prima di Ignazio Cerio il suo interesse per la preistoria dell’isola, ricollegandosi alle ricerche di un rappresentante poco o nulla noto della famiglia Cerio: il ‘chimico’ Giovan Pietro Cerio. Recensioni C. Krause, Villa Jovis. L’edificio residenziale (Rossella Zaccagnini) V. Faiella, S. Vellino, Sognando Capri. Tre secoli di canzoni sull’isola azzurra (Franco D’Otolo)