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La cultura architettonica in Italia tra le due guerre. Esaurito

Copertina del libro

Alla sua prima apparizione quest'opera, da tempo introvabile, si conquistò una posizione "di assoluto rilievo nella storiografia del moderno", come scrisse Reyner Bahnam .
L'architettura italiana tra le due guerre trova le sue radici negli sviluppi della cultura europea, ma anche nella città futurista dipinta da Boccioni disegnata da Sant'Elia, nella città metafisica di Carrà e De Chirico. Nel difficile panorama politico dell'Italia fascista si forma una generazione di architetti che dialoga con l'Europa di Le Corbusier e di Mies van der Rohe, di Gropius e Van Doesburg: gli esordi del Gruppo 7, l'opera di Terragni e Baldessarri sono le tappe di una lenta crescita che vedrà Persico e Pagano nelle vesti sia di protagonisti che di testimoni critici. Alla sua prima apparizione quest'opera, da tempo introvabile, si conquistò una posizione "di assoluto rilievo nella storiografia del moderno", come scrisse Reyner Bahnam; Carlo Ludovico Ragghianti ne apprezzò "la sintesi aderente e matura". 312 pagine 100 immagini dimensioni 22x24 cm confezione brossura